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Dopo undici anni di attesa

Ieri pomeriggio la riapertura del Santuario con i vescovi Morandi e Camisasca.

Non si può parlare di “miracolo”, come uno dei tanti attribuiti proprio alla figura mariana co-patrona della cittadina. Ma la riapertura del santuario della Beata Vergine della Porta di Guastalla, avvenuta ieri pomeriggio, ha rappresentato un momento importante e atteso, visto che la storica chiesa progettata nella seconda metà del Seicento, è tornata a essere agibile ai fedeli dopo undici anni di chiusura forzata, iniziata per il cedimento di alcuni stucchi e prolungata dal terremoto del maggio 2012. C’erano autorità civili, militari e, ovviamente, religiose, ai massimi livelli provinciali, per questo evento, aperto da un incontro-saluto con i fedeli, radunati davanti al santuario, insieme al prefetto Iolanda Rolli, il parroco don Nildo Rossi, col vescovo monsignor Giacomo Morandi e del suo predecessore, monsignor Massimo Camisasca, lo stesso che già dal suo insediamento aveva manifestato grande interesse alla ristrutturazione e alla riapertura della chiesa di via Piave.

La messa è iniziata con l’ingresso dal corridoio centrale dei sacerdoti del vicariato locale, diaconi, rappresentanti delle Confraternite religiose, con i due vescovi a chiudere il corteo.

Autorità e fedeli sono stati accolti da un concerto di campane offerto dai campanari reggiani, prima dell’ingresso in un santuario completamente rimesso a nuovo, dopo un anno e mezzo di cantiere, con la zona dell’altare abbellita dagli allestimenti della fioreria “Clorofilla”, i cui operatori hanno donato la manodopera in onore della co-patrona di Guastalla.

Monsignor Morandi, come tradizione, ha spinto la porta del santuario, per la simbolica apertura, permettendo poi l’accesso ai numerosi fedeli presenti. Il parroco, don Nildo, ha ringraziato il vescovo per la sua presenza, segnalando anche l’impegno di progettisti e imprese che hanno lavorato al progetto per il recupero completo del santuario. Presenti anche i componenti del Comitato restauri, presieduto da Stefano Storchi: il compito del gruppo non si conclude con l’inaugurazione, ma proseguirà per completare la raccolta dei fondi necessari per coprire l’intero costo dell’intervento, che sarà pure illustrato in un volume di prossima pubblicazione.

Un ruolo importante avranno le suore del Sacro Cuore di Gesù, chiamate a custodire il santuario, garantendo una presenza praticamente fissa all’interno del tempio.

a firma Antonio Lecci quanto pubblicato sulle pagine de IL RESTO DEL CARLINO di Lunedì 12 Settembre 2022