Colpo d’occhio davvero eccezionale!
Edificazione e restauro del Santuario, accomunati dal filo storico delle difficoltà economiche dei tempi, che in entrambi i casi non hanno impedito il raggiungimento di un meraviglioso risultato finale.
[…] In merito alla Fabbrica del Santuario, nel Libro delle Congregazioni della Chiesa, in data 30 maggio 1699, si trova annotato che finalmente si riprendeva la fabbrica della chiesa e si supplicava il Duca di ordinare ai «Signori della Comunità che paghino il frutto del censo di detta B.ta V.ne essendo il primo fondamento per cominciare, e proseguire la detta fabbrica». Continuava però fortunatamente ad essere sempre elevato l’afflusso dei devoti della sacra immagine e conseguentemente continuavano ad affluire numerose offerte mentre allo stesso tempo, per ovviare alla precarietà dei tempi, si intensificavano gli sforzi per racimolare in qualche modo i fondi.
All’inizio del 1701 la chiesa nella sua struttura portante poteva considerarsi finita o era perlomeno a buon punto, tanto che si cominciava anche a pensare ormai alla edificazione e ornamentazione degli altari principali, ed in particolare ovviamente dell’altare maggiore.
Gli artisti stuccatori chiamati per l’opera furono i fratelli Michele e Carlo Costa e Antonio Ferraboschi, comaschi – attivo quest’ultimo in seguito anche a Parma nella chiesa di S. Pietro – ai quali venne affidato pure l’impegnativo incarico della decorazione del ciborio dell’altare maggiore. Anche in questa circostanza gli artisti furono tenuti a soddisfare innanzitutto le richieste dei committenti: il 21 giugno 1701 venne infatti stipulata una convenzione in cui si richiedevano alcune modifiche al progetto per il ciborio già presentato al Duca che si voleva «più decoroso, e più pieno, e con più figure (…) per fare un opra, che veramente sia di gloria à loro, e decoro grande alla detta chiesa». In tale convenzione si affidava loro anche la decorazione della cantoria. E proprio il trionfo degli stucchi è una delle caratteristiche più belle dell’interno di questo santuario e non solo in riferimento al grandioso ciborio che incornicia l’affresco della Madonna e ai due altari laterali ma anche per quanto riguarda le pareti, le volticelle e la cantoria: una simile esuberanza decorativa, di reminiscenza bibienesca, non appesantisce tuttavia l’insieme, sorretta com’è da un gusto sorvegliatissimo.
Fonte: Marcella Scaravelli, “Il Santuario della Madonna della Porta a Guastalla (1693-1746)”
Tesi di laurea, Università degli Studi di Bologna, anno accademico 1993-1994
Gratitudine a Fausto Franzosi che con queste foto ci regala una vista d’insieme delle particolari decorazioni che caratterizzano la cantoria, ormai prossima al totale recupero.
P R O S E G U E L A R A C C O L T A F O N D I
Per le EROGAZIONI LIBERALI il conto corrente intestato a “Restauro Santuario Beata Vergine della Porta” ha IBAN: IT 21 Z 07072 66360 000000431980