UNA FOTO AL GIORNO

Operazione di stuccatura delle cavillature

Mano a mano che i lavori di restauro proseguono… Fausto Franzosi documenta.

Anticamente quando si parlava di “stucco” si intendeva un impasto a base di calce e di polvere di pietra o di marmo, capace di fornire un impasto modellabile e colorabile in opera prima del suo indurimento.
Oggi, comunemente ed erroneamente, con stucco ci si riferisce indistintamente sia allo stucco a base di calce sia a quello a base di gesso, ma le due forme che ne scaturiscono sono tra loro assai differenti sia negli aspetti tecnici che in quelli estetici.
In passato, con il vocabolo stucco s’intendeva esclusivamente un composto a base di calce spenta, mentre lo stucco a base gesso, prodotto tipicamente industriale dell’edilizia moderna, prende il grande sopravvento durante il XIX secolo, per ragioni principalmente economiche, di velocità e di semplicità di applicazione.
Lo stucco a calce veniva lavorato in “opera” prima che indurisse, il gesso si presta a lavorazioni a banco o a stampi e di conseguenza più adatto al processo di industrializzazione.

da https://www.ahrcos.it/calce/architettura.html

[…] Rispetto alla scultura, lo stucco è considerato, non sempre appropriatamente, arte minore. Infatti, qui in San Francesco, a parte le due rozze statue delle nicchie all’esterno, sulla facciata, quelle ideazioni in bianco raggiungevano tale levatura di stile e di contenuti da “toccare” profondamente. Queste opere, dicevo all’inizio, sono musica cristallizzata, trattenuta perennemente per parlare di gloria, di elevazione, ammirevoli appunto per l’incalcolabile fatica al compimento di stesure molto spesso grandiose, come quelle del santuario della Madonna della Porta, voluto e realizzato in tempo diverso rispetto al ciclo di San Francesco, anche quello dai Gonzaga che, per queste imprese si industriavano a chiamare in loco famosi artisti i quali, in poco tempo, ammaestravano numerosi allievi ed aiuti, formando qui vere e proprie scuole d’arte, vanto e gloria della nostra città.

da: L’incomparabile tesoro di stucchi in Guastalla di Giovanni Miglioli / Quaderni Guastallesi Anno II° N.2 MAG. 1987